poi vedi tu.

 

si dice che le cose cambiano. poi in realtà non cambia mai niente. o meglio, cambia tutto, ma proprio tutto, mentre il vento continua a fare il proprio giro. senza voltarsi. la faccia ti cambia, quella lo fa di sicuro. ci trovi dei segni che prima non c'erano. ci riconosci delle espressioni che sono nuove quanto quell'odore che solo ieri hai messo a memoria. non lo conoscevi. il tulipano arancio mischiato all'iris blu ha un odore malinconico, delizioso. ieri l'ho notato. mi si è arricciato il naso. ho notato una ruga nuova. un piccolo segno che dice olfatto, l'olfatto scafato che a vent'anni non avevo. ti cambia la compostezza. la scomponi a tuo uso e consumo. una volta la regalavi, punto e basta. oggi la dosi, a misura di schiaffo, di carezza, di silenzio. di fronte all'incuria che ti usano le occasioni, alzi una mano e saluti. taci, che è meglio. non ti metti a spuntinare tutte le i del santo cosmo. lasci perdere. il mondo è fatto a scale e son scale da salire due alla volta, pare. uh che noia queste unità che si avvicendano sui gradini. poi ti tocca prenotare il tavolo a posti dispari. lasciamole a casa. la scampagnata verrà meglio. le tazze le vendono a coppie. io le colleziono spaiate. preferisco. sono una tazza spaiata. di quelle che trovi ai mercatini. deliziosamente fuori moda, un pochino sbeccate, con quel manico precario ma che ha resistito a imballaggi, traslochi, anelli troppo vistosi, risvegli all'alba. ecco, se mi strattoni troppo forte c'è il rischio che mi scosto. vorrei mai che proprio adesso, dopo tanto resistere, arrivi te e mi spezzi la ceramica. c'è modo e modo. sempre. e dopo tanto modo sbagliato ho intuito che posso osarne uno giusto anche io. e anche questo è qualcosa che cambia. cambiano gli sguardi. sulle cose. sulle circostanze. sulle attenzioni. sul dovere che poi è potere che infine è solo il rumore del sangue finché scorre. sul fuori, il dentro, l'attraverso, l'accanto. cambia che hai sempre più voglia di fuggire ma sai benissimo perché rimani. una volta sapevi solo che non stavi fuggendo e ti bucava la vita il rimanere. non cambia affatto la prima lettera dell'alfabeto. sempre A. come Amore. e ti sovviene la stessa B, quella di aBuso, la C di Colpa, la D di Domani, la E di Effimero, la F di Favola. cambia la G, che a volte è Gioia, a volte Gioco, spesso sGomitare, talvolta Grattare. pensi al fondo ma non ti piace. pensi alla T di Tunnel e ti viene meglio Sorridere. prima era solo Sì, ai giorni, al dare, al continuare. oggi è Se, come Speranza ma anche come Sazietà. vuoi del pane che nutra. la P di Pane non di Paura. non cambia il Perdono, cambia il come del Perdono. non a tradimento, per ingordigia. ma in silenzio, come fanno l'alba e il rispetto. si dice che le cose cambino. poi in realtà non cambia mai niente. infine cambia tutto, ma proprio tutto, mentre il vento fa il proprio giro e, ora lo sai, ti tiene d'occhio e sussurra qualcosa. "libera di seguirmi", ecco cosa dice il vento. poi vedi tu. 

marzo varie 024

3 aprile 016-pola

Commenti

  1. colpa delle tapparelle e del rumore della primavera scorticata (accarezzata) da aria nuova. :)

    RispondiElimina
  2. lo sapevo che il mio commento non sarebbe rimasto... scrivevo da iPhone, ieri sera. ci ho messo tutta la buona volontà del mondo ma in fondo lo sapevo che lo sforzo non sarebbe stato ripagato.

    dicevo circa questa cosa qui:
    che nonostante sia certa che tu domani sarai ancora più grande, oggi leggendoti mi pare che tu non possa essere più immensa di così.

    e che il santo protettore dei blogger ce la mandi buona.

    RispondiElimina
  3. ma che bene ho fatto, e a chi, per meritarti?

    RispondiElimina
  4. Quanto mi è piaciuto leggere questo che hai scritto. Vorrei leggerlo a voce alta ai miei alunni e fare un gioco che mi piace un mondo: leggo una cosa così e dico loro che l'unica cosa che devono fare è memorizzare una frase, una sola. Senza scriverla che sennò i furboni scrivono la prima e poi riprendono a guardare la finestra. E poi prendo un cartoncino grande (scusa ma sono ancora nella fase in cui la parola "cartellone" mi fa vergognare) e scrivo la frase che hanno sentito accanto ai loro nomi.
    Che poi quando mi applico in queste trovare mi pento immediatamente e per giorni vivo con il terrore del licenziamento. No anzi, della radiazione.
    Ma mi sa che lo faccio, va.

    RispondiElimina
  5. fallo! poi mi racconti come è andata.
    anzi, fotografi il cartoncino grande (cartellone è snob, hai decisamente ragione :) ) e lo pubblichiamo.
    ti abbraccio, fortemente e disordinatamente.

    RispondiElimina
  6. Ricreazione. Fatto, magie dell'iPhone. Hanno ascoltato in silenzio e quando ho finito ho detto via e hanno scritto una frase che gli era rimasta in mente. Ognuno una diversa! Spettacolo. A presto con frasi e nomi!

    RispondiElimina
  7. uh!! sono curiosissima! che bello... grazie Alessandra :)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari