qualcosa (4)

 

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Cose di delirio. Non quello tremens di tante notti passate ad implorare quella stramaledetta lancetta di fermarsi un pochino. Non quello imbevuto di brividi 'ché la febbre ti sfascia la circolazione e le giunture. Non quello della rabbia quando ti morde le gengive e sputeresti tutti i denti, uno ad uno, proprio in quel paio d'occhi lì. Non quello da fame o da astinenza o d'onnipotenza. Delirio e basta. Il fratello maggiore della noia, cugino della resistenza, zio del niente, padre putativo dell'inspiegabile voglia di spingersi fuori, venga come deve venire.
Ci si riflette e si arriva sempre lì. Una bella Botta Di Culo non farebbe mica male. Non penso immediatamente ad una vincita milionaria (anche se ci penso, figlia perfetta, anche io, di questi tempi di nessuno). Penso piuttosto ad una convergenza di positività, un fragore energetico così prorompente che il tuo sogno più grande non può davvero resistergli e si realizza. La classica, banalotta, inflazionata Botta Di Culo. Una cosa del tipo:
non puoi capire! oggi mi sono fermata alle strisce per far attraversare un pedone che aspettava e a furia di aspettare s'era davvero imbruttito. Mi vede che rallento e mi sgancia un sorriso grosso così. Io ricambio (e penso che magari se si da una mossa evito d'imbruttirmi anche io). Vado a parcheggiare e guadagno l'ufficio del commercialista. Esco e sotto al tergicristallo un bigliettino. Lo apro. "Grazie. Le lascio il mio contatto. La sua gentilezza merita un incontro. Magari potrò ricambiare in qualche modo" firmato: Paolo Sorrentino. Insomma, ci siamo capiti. [No, mentre sono in procinto di recarmi dal commercialista se fermo alle strisce ci fosse Sean Penn non riconoscerei nemmanco lui. Pronta a giurarci. Forse Mastandrea. Ma forse. Non è detto].
Che siano ore gentili, quelle da qui a.
Bonne Nuit.

 

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