Non voglio mica la luna


Voglio nutrire il coraggio di tagliare i ponti, brindando con gioia a una ricca stagione di potature. Voglio che chi offende chi amo non mi sieda più accanto. Voglio il mare ogni tanto e quei cuori lì come nei sulla pelle, i miei segni perenni. Voglio abbracciare Alessandro e Tommaso ed essere una brava zia dell'amore. Voglio cantare canzoni sgangherate per le mie amiche. Voglio amarti, disperatamente e gioiosamente. Voglio scegliermi onesta, di pochi e con meno chiacchiere. Voglio sorridere fino allo sfinimento, ma solo per chi se lo merita. Voglio regalarmi alla bellezza, solo se è pura e se le viene in mente di dirmelo quando organizza una festa. Voglio fratelli e sorelle di pancia, che abbiano voglia di raccontami la loro vita e di ascoltarsi la mia, anche in silenzio, con il silenzio. Voglio accanto gente franca, che francamente ti manda a cagare se sbagli, ti incolla se cadi a pezzi, danza con te se c'è da festeggiare. Voglio, con franchezza, mandare a cagare, incollare, danzare. Voglio smetterla di perdonare a oltranza, che è molto spesso energia malamente investita. Voglio indurirmi un po' con chi non ha davvero capito pur avendone avuto occasione per potermi ammorbidire come si deve con chi invece è l'ossigeno della mia vita e si è guadagnato il sacrosanto diritto di sentirselo dire più spesso. Voglio argomenti e guance rosse e quegli abbracci che ti fanno sentire unica al mondo, anche solo una volta ogni otto mesi. 
Non vorrei, ma voglio. Il condizionale è una dannazione, almeno in casi come il mio, come in questo adesso di isole deserte e canzoni benedette salvate con le unghie e con i denti dal naufragio.
Voglio. Che poi il vino finisce, la sigaretta si spegne e vince quel retrogusto mieloso che troppo spesso mi sporca i vaffanculo.
Adesso però è così. E voglio. E brindo. E chi si è visto si è visto.
Brindo agli addii al vecchio anno che mi hanno fatto ridere, a quelli che mi hanno fatta incazzare, a quelli grondanti poesia, alla neve che ha voglia di arrivare, al privilegio della discrezione, all'ingordigia della carne, al ritrovarsi identici dopo una battaglia, alle scarpe nuove, alle donne che sanno ridere di se stesse e a quelle che hanno dimenticato chi sono, agli uomini nudi e crudi, ai saggi di spirito, alla lungimiranza e al battito.
Voglio. E brindo. E chi si è visto si è visto.

          E una baracca sul fiume / per pulirmi in pace le mie piume
 


 

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