In differita ma per caso

 

E' la una e venti di notte del ventotto dicembre. Mattina prestissimo, per capirci. Carico una foto su Flickr. L'ho scattata alle undici e cinquanta p.m. sul ponte della Ghisolfa. Dovevo scattare prima della mezza e mi ci sono impegnata. Insomma, la carico e il mega contenitore virtuale delle nostre manie visive mi guarda e sentenzia uno "scattata tredici minuti fa" che mi fa rabbrividire. Non è vero! Non è vero, cacchio! (cacchio è molto end of the world, già). Cerco in tutti i modi di fargli capire che era ancora il ventisette dicembre quando quella fotina misera ha visto la luce, ma niente. Non ce la fa. Mi arrabbio nera, mi dico che non è giusto, che lui mica c'era. Ma dai, smettiamola, vuoi saperne più di me? Infine m'arrendo e vado a letto frastornata. Controllo gli orologi. Mi sfiora il dubbio di vivere in differita. Faccio sogni strani. Dopo il caffè, stamane, mi ci rimetto. Deve esserci una spiegazione. E la spiegazione arriva. La macchinetta fotografica da borsa, quella misera ma fedele, è avanti di un'ora e mezza nel computo del tempo. Tutto torna. Quel disgraziato del gatto l'ha fatta cadere, ieri. Dev'essere che la botta le ha scontornato i parametri. Se me la pisciava cosa sarebbe successo? Mi ritrovavo nel duemiladodici senza saperlo? Brutta roba la tecnologia. Brutta roba il ciclo. Che a modo suo c'entra sempre. L'ormone, a ben guardare, è sempre concausa di qualchecosa. Ecco. Facile facile che il gatto m'ha schiantato la macchinetta giù dal tavolino perché sentiva le vibrazioni indigeste delle mie ovaie. Mi faccio del riso in bianco, adesso. Sai mai che a mangiar saporito poi entrano in corto circuito i miei di parametri. Bah.

dicembre 27 008

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