l'anno vecchio è finito ormai, ma.

 

il mondo gira al contrario. abbiamo le prove. prove piccoline (i trenta gradi all'ombra di un settembre sfigurato) e prove enormi (i bambini che iniziano la scuola senza una sedia su cui poggiare i culi). le maiuscole oggi possiamo lasciarle a loro, a tutti quelli che pensano che sia normale così. io no. io non lo penso. penso sia poco lontano dall'abominevole quanto ci succede nei giorni. normale un paio di balle. non è normale nemmeno montarsi  i fili da soli e vendersi marionette. non lo è. la cecità non è normale. non è normale l'infrastruttura sentimentale. non lo è il grasso che cola o la maleducazione. no.
è normale avere voglia di aria pulita, esporsi e  scendere un gradino in direzione l'altro, ascoltare con il cuore e non solo con la faccia, mettercela, la faccia. è normale avere paura ma poi girarle un pochino le spalle. è normale un brivido, il non capire proprio tutto, il provare a capirci qualcosa. è normale la passione se e solo se non diventa un calderone di desiderio posticcio. è normale fuggire e poi magari voltarsi per imparare il tragitto.
e proprio mentre scrivo queste righe ecco un sms :
"da vicino nessuno è normale..."
ecco il perno. da vicino. non è normale mettere sempre e comunque una distanza. è normale impararla, la distanza, e poi magari lasciare che muti in spazio, uno spazio buono sia alla ragione che al rischio.
vaneggio. dev'essere il rosso che Simona mi ha infilato su qualche ciocca di capello. o quel poco di bianco che comunque s'intravede (a guardare bene). o l'odore che ha l'ombra fra me e me. o il calpestio dei miei passi quando battono in ritirata senza che la strada se ne accorga. poi magari avevi proprio voglia di correre, ma delle volte va bene anche così.

 

 

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