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Buonanotte.
Al riccio della foto, ai randagi da scacciare, alle mani congelate, al plaid sulle ginocchia, alle età della mente e a quelle del cuore, agli occhi buoni, a quello che trattieni perché accada imprevisto e perfetto, al mal di pancia, ai fusilli in bianco, al peperoncino, alla sete dissetata, a Cecilia e alla sua famiglia straordinaria, alla mia Ale e al suo sorriso epocale, a Cico e al desiderio che cova fra le ciglia buone, alla semplicità, al non avere paura, alle risate di già indelebili - irrinunciabili, alla prepotenza della pelle, alle storie da raccontare, a Livorno e a come mi manca, a poterne dire a chi comprende, alla carta igienica, alle tende che verranno, alle mattonelle rubate che hanno trovato una bella casa, ai discorsi fra parentesi, alla cellulite, al silenzio necessario, al passato, alle rughe che ti ami, le tue rughe che ti ami.
Buonanotte.
Al tempo al singolare, al plurale che si lascia accogliere, ai confetti al cioccolato, al Moment e ai suoi segreti, al mal di testa che decide di mutare in gioia, alle strade a due sensi che sembrano a senso unico, ai <di solito> che non lo sono ancora, alle già buone abitudini, alle date da segnare per poi vedere cosa saranno, ai dieci gradi che erano trenta e poi c'era vento e certe canzoni sono te e tu sei loro e non c'è davvero niente da fare.
Buonanotte.
Si è fatto tardi e non me ne sono nemmeno accorta.

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