l'aggettivo insostituibile

 

Ricordati che ogni cosa si può dire con la parola giusta: tra quattro aggettivi, non lasciarne tre, e nemmeno due: uno solo, ma che sia insostituibile. (Gina Lagorio)

Penso a un aggettivo insostituibile, all'aggettivo da regalare alle ore di ieri, a Camilla, al suo sorriso leale, incontaminato, contagioso. Un aggettivo che sia del suo anno nuovo come di ogni suo minuto, che sia abbraccio e somma, invito e Grazie. Qualcosa che valga il bene che le respira attorno, che tenga alla larga il male inevitabile, e se proprio un pochino di male vuole avvicinarsi che non le lasci segni sulle mani. Penso a Marilena e Marilena è l'aggettivo giusto. Clelia è l'aggettivo giusto. Sovverto le regole di certa accademia linguistica o oso dei nomi, nomi proprio di persona: aggettivi insostituibili. Gianmarco. Germana. Annamaria. Non felice, radiosa, preziosa. No. Nomi propri di persona: la vita indossata con grazia e ferocia, con garbo e sete; la vita goduta, sentita, protetta, descritta, tenuta a bada con la discrezione delle piccolissime cose. Penso a Camilla ed è, innegabilmente, dire le cose che per me contano e dirle con la parola giusta.

  Millini 3 

p.s. due chili di torta potrebbero fare paura. poi invece finiscono e scopri che non poteva davvero andare meglio di così.

Commenti

  1. che commozione, amica mia!
    ti adoro. ma lo sai.
    lo scrivo anche qui, che il bene deve cariare le menti stitiche :DDD

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  2. sììììììì! Auguri cami!!!! <3 Tutto il bene dei sostantivi del mondo. :*

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