cose a grappolo

 

 

giugno 037

giugno 042 

  penty 18 giugno 003

01 luglio 006

Càpita. Che un sabato sera qualunque non ti costa niente e finisce per valere quanto l'eredità di uno zio d'America (era il 18 giugno). Càpitano le Pastiglie Leone: fotografate a Milano, spedite a København, che ti fanno rumore in borsa a Ferrara, da offrire a Sara, che dissetano Valentina. Càpita di dormire accanto a Salò e di scoprire  che la collina ha il fascino di una donna matura amata da mani gentili. Càpitano gli Arcade Fire a Milano e di volare davvero in alto. Càpita che una DEA appaia dal proprio tempo fuori dal tempo e incanti il tuo tempo, quello fatto di fughe e appropriazioni indebite. Càpita la grazia di canzoni fermate e prese a nolo da tutta la tua voglia di essere migliore di così. Càpitano i debiti, gli affanni, la macchina lasciata in autostrada, la campagna toscana e certi amici che non puoi davvero dirne troppo o frantumeresti il miracolo. Càpitano i Virginiana Miller a pochi chilometri da casa che ti iniziano un concerto straordinario con Caesar Palace. Càpita l'amore spudorato di Marco e Francesca e un giorno a dire Sì che si dipinge di follia e strabiliante naturalezza. Piedi nudi, asfalto, vino bianco, l'insalata a bordo lago, il rumore dell'erba, zanzare ippopotamo, orchidee, ore d'insonnia, lacrime, caramelle dalla Danimarca, la paura che consuma, la gioia che rimette al mondo: càpita di tutto. E sei lì a vivertelo. Ti metti un pochino in disparte forse perché è troppo, forse perché hai bisogno di tacere. Magari è solo una lunga notte che deve ancora venire. Forse una fetta ingombrante della tua torta di se. Di qualsiasi cosa si tratti, ho le guance gonfie e il cuore in carreggiata. Sbandassero pure le direzioni del caso: dovessero travolgermi terrò fermo il respiro. Fino a un passo ancora. Fino alla prossima, altra, direzione ostinata e contraria.

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