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Certe volte è difficile credere che il sole sia lo stesso sole in tutte le parti del pianeta.
Ho finito il tomone.
Mi sento persa.
Mi teneva compagnia da mesi.
Mi prendo un attimo per riflettere.
No, non è la scusa delle sigarette. Non scendo a comprare le sigarette per non tornare più. No.
Devo solo capire da dove ricominciare.
Adesso da dove ricomincio?
La verita alla fine vi renderà liberi, ma solo dopo avervi sistemati per bene.
È esattamente così. Alla fine del viaggio ci si sente liberi e sistemati per bene. Qualche bernoccolo pulsa nella zona del costato. Il paio di schiaffi sonori presi in pieno volto ancora bruciano se ci si ferma un momento a guardare il soffitto. La mascella è più elastica: si è riso molto. Delle volte anche troppo, per non credere fino in fondo a tanta bestialità.
La sensazione del linguaggio che ti percorre è qualcosa di straordinario: un linguaggio prisma, di giochi di luce e linee agganciate all'orizzonte e fondali rastrellati con le unghie. Il linguaggio che ti percorre: lo stupore della pupilla persa nel gioco del caleidoscopio.
La gente che incontri, tutta, un corpo alla volta, un modo alla volta: la gente, cosa riesce ad essere la gente, soprattutto se pensata da mani generose.
Non c'entra l'amore e non è mai l'amore, che uccide chi ne ha bisogno.
This is the first page of a handwritten draft of Infinite Jest.
Tieni conto degli oggetti. Il mondo, dopotutto, è molto vecchio, ed è fatto soprattutto di oggetti.
Grazie, David. Di cuore.
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