qualcosa (6)


 


Sono stanca, ma non ho voglia di dormire. Pasticcio immagini e pensieri di ore confuse. Sorrido. Ho avute buone le ossa, oggi. Non è sempre così. Ho pensato ad angeli custodi e ventri nido. Ho cantato ad alta voce canzoni che non conosco bene, reinventandole. La testa faceva di conto, il cuore no. Quando il cuore fa di conto è un disastro. Non ci sono regole che valgano. La matematica e il cuore non godono di una relazione appagante. Delle volte sì, ma sono calcoli che riguardano le geometrie, le intersezioni. Quando il cuore fa di conto, o è il mio ad avere l'abaco rotto, o non c'è abaco che tenga. Oppure il cuore è dotato di uno strumento antico, di quelli fatti di sabbia, e se lo forzi si sbriciola. Per forza poi le somme son sottrazioni e le sottrazioni somme. Questione di polvere, mai di proporzioni. Alle quattro in punto mia madre si è messa a ridere forte sotto alle mie unghie. Le ho morsicate, quasi fino all'osso. Non perché smettesse, ma per fare spazio. Alle quattro e venti mi sono presa un caffè, doppio. Ci sono cose che tocca fare per due, poi però le paghi da sola. La caffeina ha smesso di volermi bene da tempo, ma me lo ricordo sempre troppo tardi. Come adesso, adesso che sono stanca, ma non ho davvero voglia di dormire. Leggerò. È sempre un'ottima occupazione. Sempre che, senza unghie sotto cui nascondersi, a mia madre non prenda il birlo di mettersi a pettinarmi i capelli. Continuo a sorridere e non mi dispiace affatto. Domani, poi, si vedrà.

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