trentasei #5febbraio

 

Eri solo un giovedì come altri. Poi ho scoperto che in sorte ti è toccato essere il trentaseiesimo giorno di un anno dispari e mi è venuto in mente che trentasei è un bel numero, che i mesi del mio trentaseiesimo anno di vita sono stati mesi belli, di grandi cambiamenti, di fotografie che ricordo una ad una, di anime enormi venute a prendere posto nei cantucci della mia animuccia, a tenerla al caldo, a continuare a farlo anche poi, con il senno dei però e la sagacia dei tuttavia. Essere il giorno trentasei dell’anno suona bene e infatti ti è toccata la neve, una bella chiacchierata padre/figlia, un cioccolatino e la nanna presto. Sì, perché c’è stato un tempo in cui la nanna presto era come dirsi addio, dire addio all’urgenza di fiato. Oggi invece la nanna presto è una manna, oggi che il riposo arriva come un regalo e i regali una volta scartati non li si abbandona più in un angolo, ma li si gode, tutti, uno a uno. A partire dalla ruga che mi guarda dal lato sinistro del viso. Ciao, giovedì di corsa, bianco e arruffato, scheletrico e forte. Ciao. Se fai il bravo ancora un paio d’ore la tisana ti parrà un rosolio e domattina non sarai triste ad aver preso il volo.

 

 

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